Intervista a Silvia Salmeri
Parliamo spesso di turismo esperienziale e dell’importanza che un’offerta turistica di questo tipo – che coinvolge attivamente il viaggiatore – ha nei confronti dello sviluppo del territorio, dell’aumento della permanenza media in hotel e della differenziazione e personalizzazione dell’offerta turistica rispetto alla standardizzazione imposta dalle OTA.
Oggi parliamo di turismo ispirazionale, una visione ancora più innovativa e particolare assieme a Silvia Salmeri, fondatrice di Destinazione Umana.
Il Concept del turismo ispirazionale
Mettiamo i puntini sulle ì: ispirazionale è diverso da esperienziale: il secondo è basato sull’attività, sul cosa e sul dove. L’ispirazione parte dal viaggiatore, la domanda è chi e perché. Tradotto in soldoni, non è necessario pensare subito alla destinazione. Quello che conta sono le domande che ti fai, e queste sono alla base delle proposte del Tour Operator. Tutte quante sono suddivise in quattro sezioni: cambiamento, innovazione, ruralità, Spiritualità.
Ok è un po’ contorto, ma Destinazione Umana ha un esempio semplice, semplice, come ci racconta Silvia Salmeri: «abbiamo organizzato un trekking sulla Via degli Dei, un sentiero che da Bologna collega Firenze. In 4/5 giorni di cammino si arriva da Piazza Maggiore a Bologna in Piazza della Signoria a Firenze, ma non abbiamo comunicato ai viaggiatori le tappe intermedie per fare in modo che non fossero concentrati su “quanto manca, dove dormiamo, quanto dobbiamo camminare…”, in modo che rimanessero concentrati sul cammino. E’ per tutti un grande esercizio quello di imparare a lasciare andare l’ansia e la concentrazione, per viversi solamente il momento».
I valori di Destinazione Umana
L’accoglienza (intesa come accoglienza turistica) pone la relazione umana al centro di tutto. L’accoglienza è in chi accoglie, ma anche nel viaggiatore che deve essere disposto ad avere un’apertura d’animo diversa dal solito. L’innovazione – come ci spiega Silvia – è intesa da Destinazione Umana come valore e come tentativo nel fare le cose in modo diverso.
Prendiamo ad esempio la gestione dello stesso team di DU. Si tratta di 8 persone, tutte sotto i 35 anni e il più giovane ne ha 20. Non hanno una sede unica o degli orari uguali per tutti, lavorano a obiettivi in modo liquido, si ritrovano nei loro spazi di co-working una volta a settimana. Ognuno lavora da dove vuole, come vuole, quando vuole, rispettando però le scadenze (Ça va sans dire). «Se vendiamo ispirazione dobbiamo anche lavorare ispirati e impegnarci a rispecchiare quello che vendiamo» – aggiunge Silvia.
Da Blog di Viaggio sul tema dell’eco-sostenibilità a Tour Operator. La storia della ragazza che ha mollato tutto per vivere gestire un bed & breakfast.
Lavorando come dipendente in azienda e non essendo appagata dalle sue attività Silvia ha avuto l’idea di aprire il blog www.vivisostenibile.net, un tema a lei molto caro. Grazie al lavoro di networking fatto attraverso il Blog, un conoscente le ha proposto di gestire un B&B in campagna, appena fuori bologna, e per un anno Silvia ha gestito questa struttura, imparando un nuovo mestiere e mettendosi in gioco un’altra volta, daccapo. Durante la gestione ha scoperto che gli ospiti erano particolarmente interessati alla sua storia, al fatto che ha mollato tutto per trasferirsi in campagna a gestire un B&B. Dopo un anno, non trovando un accordo col gestore, Silvia ha dovuto abbandonare l’attività, ma è così che è nata l’idea di Destinazione Umana. All’inizio era soltanto un portale di viaggi “narrativo”, dove si raccoglievano tutte le storie delle destinazioni umane che aderivano alla rete, poi via via è cresciuto evolvendosi in Tour Operator.
A proposito di insidie, il fatto di aver pazientato un anno intero durante il quale hanno raccolto le storie, le adesioni e cercato di capire chi erano e di cosa avevano bisogno i viaggiatori, le strutture e le agenzie di viaggio è stato un passo fondamentale e molto impegnativo.
A giugno 2015 si sono costituiti come Tour Operator ma avevano già una persona che poteva fungere da direttore tecnico, dunque già in possesso del patentino.
Insieme alla costituzione del Tour Operator si sono costituiti come rete di imprese sotto il nome di Altronauti insieme a Vivisostenibile, Cob (rete di spazi di co-working) e Allenamente (società di formazione e consulenza aziendale).
Non hanno fatto il classico corso di una startup, nessuna incubazione o accelerazione. Ognuno ha investito tempo e denaro per la costituzione della società e nel lavoro quotidiano e oggi sono finalmente arrivati alla fase operativa con le loro forze.
Silvia, raccontaci la storia che ti ha colpito di più!
Quella di Giuliana e Tony, I Due Gatti di Pantelleria. Lei era sposata, lui era il classico marito che diceva “avremo tempo di fare…” solo che poi è deceduto. Dopo tempo Giuliana ha conosciuto il suo nuovo compagno e dal nord Italia hanno iniziato a girare lo stivale in cerca di un nuovo posto da chiamare casa, fino a quando sono arrivati a Pantelleria. Credo molto in queste rinascite e alle mille possibilità, ed è questo il senso più profondo del nostro lavoro, portarvi a incontrare persone che sanno lasciare un segno, un cambiamento, un’ispirazione.
Come avete selezionato gli host?
I primi sono stati una decina di strutture ricettive con le quali ero in contatto quando gestivo il B&B, come Paola di Casa Cappuccini in Calabria. Poi il nucleo si è espanso tramite passaparola, attraverso Twitter – che è stato sempre importantissimo – e successivamente con il sito internet, le interviste e la diffusione classica sul web tramite ufficio stampa, ma sempre senza pubblicità.
Ci si può candidare come struttura e i costi sono soltanto un piccola fee di ingresso e una quota associativa all’anno che servono per l’inserimento sul sito, nella rassegna stampa e nel libro e per il tour di presentazione dove le facciamo intervenire direttamente per raccontare la loro storia. Ah, ogni martedì su Radio International (una radio locale di Bologna) faccio un’intervista ad una struttura ricettiva del gruppo.
Quante agenzie di viaggio vi hanno scelto?
Da aprile 2016 tramite comunicato stampa abbiamo lanciato una chiamata per le agenzie di viaggio che desideravano vendere il nostro cofanetto Inspirational Travel Box (copia del libro Destinazione Umana – La guida di viaggio per cambiare vita, e dei buoni da 50 € cumulabili e spendibili nei nostri pacchetti). Ne abbiamo scelte 10, quelle che ci sembrava avessero compreso meglio il nostro progetto. Abbiamo organizzato un incontro a Bologna per conoscerci tutti e ora siamo in fase di test con l’Ispirational Travel Box.
Quali strumenti mettete a disposizione delle agenzie di viaggio?
Stiamo incontrando persone giovani che hanno un’attenzione diversa al viaggio inteso come professione. A questo proposito avevamo un panel al TTG 2016: Chi è l’Ispirational Travel Designer e perché è l’agente di viaggio del futuro. Organizzeremo infatti un corso di formazione che partirà nei primi mesi del 2017, durante il quale aiuteremo gli agenti di viaggio del futuro a capire di cosa ha bisogno la persona che hanno davanti.
Qual è il vostro modello di business?
La transazione, che avviene direttamente sul sito e sulla quale tratteniamo una commissione in linea con i maggiori portali.
Chi è il vostro cliente tipo e qual è la permanenza media?
Prevalentemente viaggiatrici donne, tra i 30 e i 45 anni a cui, per altro, va bene viaggiare da sole. La permanenza media è di 3 giorni e 2 notti.
I numeri in un anno e mezzo?
Un’Idea, un magazine, un libro, un sito, una pagina Facebook, 100 destinazioni umane, un cofanetto di viaggio, 8 persone del team, 1 trasmissione radiofonica e 100 viaggiatori nell’estate 2016.
Quali saranno i prossimi passi?
Vorremmo concentrarci sulla creazione e sul miglioramento delle proposte di viaggio, rivolgendoci anche a gruppi e categorie specifiche. Stiamo valutando e valuteremo inserimenti del prodotto in altre piattaforme, contemporaneamente lavoriamo alla programmazione 2017. Vi aspettano molte sorprese!
Dopo l’intervista ho conosciuto personalmente Silvia Salmeri al TTG di Rimini 2016 e devo dire che mi ha molto colpito la sua spontaneità, come del resto la storia di questo insolito Tour Operator, nato senza acceleratori o incubatori, che non si definisce start up solo per fare figo, partito in sordina e con umiltà.